Italia Centrale: Luglio 2003
Toscana, Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria ,Emilia Romagna

Una serie di coincidenze hanno fatto sì che quest'anno le nostre vacanze su due ruote fossero obbligatoriamente in Italia: Fugzu ha scoperto due giorni prima della partenza che gli stava scadendo la patente e d'urgenza ha potuto fare un documento sostitutivo valido solo per l'Italia, io sto ancora prendendo dimestichezza con la mia Lilliput e la mia patente è valida solo per la guida in Italia...prima o poi devo dare anche pratica per la convalida per l'estero...

Dopo studio di massima del territorio e delle strade (assolutamente non a scorrimento veloce) abbiamo deciso di esplorare l'Italia Centrale...per noi sconosciuta quanto  un paese estero. Ci siamo armati di carte stradali dettagliate e di un paio di guide motociclistiche (quella del Touring Club si è rivelata eccezionale) e del bagaglio necessario per 10 giorni di viaggio. Differenza sostanziale quest'anno era che siamo partiti con due moto: ciascuno aveva il suo bauletto centrale, il "ragno" con la tuta da acqua e, nel mio caso, anche un sacchetto con i pantaloni di pelle perchè il mio bauletto essendo piccolo non riusciva a contenerli. La Ta di Fugzu aveva anche la borsa serbatoio per  cartine, guide, macchina fotografica, bottiglietta acqua e carica batterie degli Alan (ricetrasmittenti per parlare da moto a moto, con tasto di attivazione a pulsante al manubrio) e del cellulare.

I capi di abbigliamento erano come l'anno scorso dal costume alla felpa, durante la guida giubbotti e pantaloni estivi Dainese con protezioni e di riserva i pantaloni di pelle nel caso in montagna facesse freddo...

Purtroppo abbiamo portato sia l'abbigliamento da montagna che tutto il set degli Alan a fare la vacanza gratis con noi...le temperature nonostante il fatto di essere arrivati oltre 2000 metri  hanno oscillato tra i 35° e i 48°...e gli Alan hanno funzionato per una ventina di minuti, durante i quali sono stati comodissimi sia per l'aiuto nella guida, sorpassi e indicazioni sia per chiacchierare dei paesaggi...poi abbiamo scoperto che uno degli spinotti era difettoso! Dato che molti altri Netraiders ci hanno detto che è un difetto comune nella maggior parte degli apparecchi, abbiamo affidato l'incarico ad un nostro amico di costruire un nuovo cavetto con fili più resistenti per le prossime uscite. 

Ecco il Diario di questa vacanza :

I GIORNO: 15 luglio
E' sera, siamo a Capodimonte, in una stanza di un  micro Bar Ristorante che è anche Hotel sulle rive del lago...sono senza parole, senza fiato..due moto..sono arrivata qui con le mie forze! Mentre viaggiavamo pensavo che quest'anno manca il fotografo...mentre gli occhi mi si riempivano, si riempivano di paesaggi nuovi, di strade, strade senza traffico, di paesi arroccati incontrati all'improvviso dietro l'ennesima curva...mucche, pecore, pascoli, girasoli, o grano, distese appena trebbiate o lasciate incolte...
Pitigliano abbracciato a se stesso con i piedi appoggiati a cantine scavate nel tufo, un falco ci saluta mentre attraversiamo il ponte che ci allontana e porta altrove...la sua bellezza non può essere rinchiusa in una fotografia....

Ma torniamo alle strade: Pistoia, S.Baronto, Empoli, Pontedera, Ponsacco, Peccioli, Terricciola, Volterra, Saline di Volterra, Pomarance, Larderello, Castel Nuovo Val di Cecina, prima di Massa Marittima giriamo verso Prata, Cerreto Balestro, Tatti (ottimo pranzo con bruschetta e insalata: Bar Ristorante Granduca, sulla strada). Proseguiamo Meleta, Roccatederighi, Sassofortino, Roccastrada, Paganico, Arcidosso, S.Fiora (paesi arroccati da cui partono le strade per il Monte Amiata), Elmo, Sorano, Sovana. Pitigliano, Valentano (dove scopro che i paesi da qui in poi hanno il centro lastricato e sempre in salita...) poi dall''alto compare finalmente il blu del Lago di Bolsena e in un attimo siamo a Capodimonte: è dalle 9.30 del mattino che giriamo  e siamo un po' indolenziti...ma lo spirito del viaggio è andare e fermarsi quando e dove lo spirito vuole. Km: 352

II GIORNO:16 Luglio
Il Lazio vulcanico...e noi che eravamo andati fino in Francia...
Partenza con calma, lasciando i bagagli in camera a Capodimonte, in direzione Viterbo, attraversiamo il centro caotico e in un attimo siamo a Bagnaia, borgo arroccato alla cui sommità c'è Villa Lante e le sue fontane. Che spettacolo, non è in ottimo stato ma ci stanno lavorando, il solo immaginarsi come poteva essere al massimo splendore...ti toglie il respiro.
L'avventura era appena iniziata, Soriano sul Cimino, Caprarola, il Lago di Vico e la sua riserva naturale, Sutri, Bracciano, Marziana e ci troviamo nel far west...o forse è la pampa...pascoli sconfinati di mucche bianche, pecore e mandriani a cavallo e su un monte in lontananza un borgo arroccato...viaggiamo sempre soli...il traffico fin dall'inizio è praticamente inesistente...probabilmente per la scelta delle strade e il fatto che non è il fine settimana...
In un attimo siamo a quel paesino, Tolfa, facciamo un salto alle Allumiere e si ritorna sui nostri passi a Tolfa, Manziana, Oriolo Romano, Vejano, Blera, Vetralla e su una striscia di asfalto perfetto ci troviamo a Tuscania con le sue torri antiche e consunte: a destra e sinistra campi e orizzonti piani, infiniti di cereali, tabacco e qua e la sughere maestose...proseguiamo verso Marta e rientriamo  sul Lago a Capodimonte. Abbiamo fatto le foto, fermandoci o in movimento... ma il rullino a nostra disposizione è finito troppo presto! Km: 274

III GIORNO: 17 Luglio
Cittaducale, vicino a Rieti, siamo in una delle stanze di un Albergo decadente, l'unico albergo del paese, affacciato sulla splendida piazza del paese. Gipsy e Lilliput sono nelle segrete, chiuse nel piccolo garage buio, noi alcuni piani sopra forse unici ospiti di quello che un tempo forse era un Gran Hotel...
Giro all'insegna del caldo impossibile, delle indicazioni impossibili...come ci si può trovare a un trivio e e essere indicato in tutte le direzioni lo stesso paese?
Capodimonte, Marta, Montefiascone, Bomarzo, Attigliano, Orte, Narni...col suo traffico caotico e le sue strade che portano sempre a Terni...Ci abbiamo provato ma probabilmente non era destino, le abbiamo cercate, le Cascate delle Marmore ...ma tutto era contro di noi...e il caldo era davvero insopportabile! Quasi al vero collasso ci fermiamo alle 14 al Laghetto di Piediluco, dopo Terni, e aspettiamo stesi all'ombra che la temperatura cali un po'...Ripartiamo  e in costa, per paesini ci troviamo al paese natale di Battisti, oramai il Terminillo si avvicina e con esso il miraggio di temperature più umane e fresche...la strada è liscia e deserta, curvoni larghi ci portano veloci in quota ma il fresco non c'è, appena un po' di vento...scendiamo verso Leonessa e l'asfalto diventa brutto...una discesa infinita fino ad Antrodoco e Cittaducale  dove ci fermiamo per sfinimento. Km: 265

IV GIORNO: 18 Luglio
Che paesaggi! Il giro del Gran Sasso sarà sempre nel mio cuore!
Partiamo da Cittaducale per le Gole di Antrodoco (strada già fatta per arrivare al raduno organizzato da Devil a Sulmona, ci era sembrata dura e infinita ma questa volta sembrava diversa ce la siamo gustata  essendo riposati e poco carichi) e in breve eravamo nel caos di Aquila...ci è istantaneamente passata la voglia di un tour culturale per il centro storico  e ci siamo accontentati di trovare Paganica (dove c'è l'ultimo distributore di benzina su statale) per la salita al Gran Sasso. Attraverso qualche paesino e strette gole arriviamo a Fonte Cerreto, punto da cui (se fosse attiva) partirebbe la funivia del Gran Sasso. L'Hotel Fiordigigli (ottimo servizio, camere e ristorante) sarà la nostra base per i successivi due giorni. Subito ci imbattiamo in un arzillo settantacinquenne che ci guarda occhi negli occhi, capiamo subito...anche lui un motociclista di vecchia data: forse grazie al nostro incontro ora sta girando con la sua vecchia Guzzi ...le chiacchiere e i suoi aneddoti ci terranno compagnia nei giorni che staremo qui... Aspettiamo le 15.30 perchè sono in riserva  e appena fatto il pieno non resistiamo....come si può parcheggiare le moto sentendo che dietro l'angolo ci sono posti speciali che ti aspettano? Perchè non andare a fare un giro di perlustrazione prima di domani... per poter poi scegliere meglio l'itinerario da fare con Bombolino e Trombetta che ci avrebbero raggiunto la mattina dopo da Roma? Così iniziamo il giro consigliato dalla guida motociclistica del Touring Club dopo le 16, rilassatissimi e convinti di farne solo un pezzetto...ma subito il giro ci prende la mano e non riusciamo a  fare altro che proseguire, proseguire...Da Fonte del Cerreto giriamo attorno al Massiccio del Gran Sasso in senso orario, non ci ferma il cartello, dopo pochi km, che dice che la strada è chiusa causa frana, passiamo, andiamo oltre e la strada ritorna liscia, ci lasciamo dietro la montagna franata e gli sbarramenti momentanei di cemento,salutiamo pastori e pecore in paesaggi lunari, aridi. Il tempo si è fermato, non sappiamo quanta strada abbiamo fatto ne quanta ne dobbiamo ancora fare per concludere l'anello, non è importante, siamo "tutti" qui e non abbiamo nessun obbligo...Strade completamente deserte, sempre, fino a Montorio al Vomano, una diga, gallerie buie e case abbandonate o piccoli paesini; da Isola Gran Sasso iniziamo a vedere una imponente montagna rocciosa avvolta fra le nuvole scure...chissà da che parte passeremo? Arriviamo a Castelli e il fondo stradale peggiora, anche le nuvole...tanto noi abbiamo lasciato le tute antiacqua in hotel...sembra una strada in disuso ma non ci sono cartelli, incrociamo un signore in Transalp e ci rincuoriamo per un po'...è un continuo di buche avvallamenti, erbacce ma stando con gli occhi ben aperti anche una dilettante come me  ce la fa...basta che non inizi a piovere...
Inizia a far freddo, freddo alle mani nonostante i guanti e freddo addosso...la salita continua e le nuvole scendono...sono quasi le 7 quando Fugzu si trova  faccia a faccia con un branco di mucche bianche, si guardano, lui guarda loro, loro lo guardano e si guardano tra di loro, i vitellini aspettano curiosi...Fugzu spegne la moto, io faccio lo stesso più indietro...non ci sono persone e tutti siamo sospesi sul da farsi...allora ci godiamo l'attimo e stiamo lì...dopo un tempo indefinito accendiamo le moto e piano piano ce ne andiamo, le mucche ci lasciano a mala pena lo spazio per passare....ancora qualche curva  e alcuni passaggi più sconnessi e dietro l'angolo ci si apre il paesaggio più inaspettato e stupendo che ho mai visto....
Le nuvole sono sparite, improvvisamente, c'è il sole, aria fresca, niente più bosco e luce bassa ma qualcosa di luminoso, sembra una fiaba, prati immensi a perdita d'occhio, poco più in basso...ci fermiamo increduli non sapendo che ancora non avevamo visto niente...
Sono ormai le sette e mezza di sera, la luce rimbalza sui pratoni abbrustoliti, e li rianima...e come un gioco, quello che da lontano sembrava piatto avvicinandoci  continua a cambiare e a mostraci sempre più nitide ogni imperfezione del terreno. Siamo talmente rapiti da non capire come la strada, liscia cordella di asfalto, possa correre per tanti km dritta in un ballo di lenti saliscendi...solo noi con il canto delle nostre moto...ciascuno solo con il proprio motore, distanti, persi  nel tentativo di fermare l'attimo, le emozioni, le immagini. Soli. Mucche al pascolo, altre che si raccolgono pigre alle pozze d'acqua ormai paludose...e il sogno continua...ci fermiamo più volte a fotografare solo per provare poi a noi stessi che quel posto è stato nostro...come dal niente ci troviamo a un incrocio, due casette in legno, su una delle quali è dipinta la scritta "Macelleria", un fuoco acceso e tre persone in piedi, accanto, silenziose, ci guardano passare.
Lentamente l'asfalto ritorna a essere curva su curva, Lilliput borbotta decelerando, io sono persa...Dopo tempo  indefinito riappare il bosco, poi ci ritroviamo, sognati e infreddoliti davanti al nostro Hotel a Fonte del Cerreto: ci guardiamo, non ci sono parole. Km: 237

V GIORNO: 19 Luglio
Mentre aspettiamo notiamo una macchina con una targa strana e la guida a sinistra, questo è davvero un posto unico: la sera prima avevamo notato due italiani in compagnia di due frati buddisti, uno dei quali più anziano, eccoli, che partono sulla loro macchina che viene dal Tibet....
Trombetta e Bombolino arrivano in tarda mattinata con le loro moto, proponiamo loro di rifare il giro fatto da noi il giorno prima... non dobbiamo convincerli... siamo già in fila sulla strada. Sosta pranzo in un bar di Castelli poi iniziamo la salita della strada in disuso, semi asfaltata: sembra meno inquietante e più corta...ma le nuvole sono sempre impigliate nella montagna da questo versante. Giriamo l'ultima curva e offriamo ai nostri due amici lo spettacolo che ci è stato regalato la sera prima. Anche loro vengono rapiti ma per noi la magia non è quella di ieri... Forse siamo stati davvero fortunati, oggi è sabato, c'è un po' di gente, vedi gruppetti che si rilassano...non è una folla, ma è diverso. Arrivati all'incrocio della "Macelleria" intravediamo una decina di moto e macchine e persone, famigliole sedute che mangiano,chi le proprie cose chi carne e arrosticini  sulle griglie accese sono le quattro del pomeriggio...bambini che corrono con un aquilone, un cane... Sul bordo della strada una Harley parcheggiata, nera, vestita di pelle e fronzoli ma vissuta, il vetro rosso di un fanalino rotto , un filo di ferro arrugginito, si riposa col fascino di una bella vecchia signora. 
In un attimo parcheggiamo e incontriamo Dr. Jackyl e Laura con cui avevamo appuntamento e scopro che, l'uomo che mi aveva colpito fra la gente, era il padre di Laura. Magro, secco, alto con un paio di occhiali Rayban dalle lenti scure e smisurate, capelli bianchi, baffi e barba bianca setosa legata all'estremità da un elastico giallo, tra le mani una sigaretta accesa. Vestito di strati di pelle nera, grossa: giacca a frange e panciotto non perfettamente abbottonato, pantaloni leggermente cadenti, di una misura più grande...Laura ci presenta a turno a suo padre e scopriamo che è un grande: Con poche frasi ci conquista e ci litighiamo una foto con lui...beviamo qualcosa insieme e ripartiamo in gruppo: Fugzu, Trombetta e Dr.Jackyl con Laura con le loro tre  Transalp, io con la Vigor, il padre di Laura con la Harley, Bombolino col suo TDM... 
L'andatura è calma ma non lenta, ci dirigiamo verso l'arrivo della funivia del Gran Sasso (2100 m), incrociamo qualche velocista con mega stradali, li guardiamo come chi sa che il tempo qui ha un'altra dimensione...In fila ci inerpichiamo su per i tornati, c'è vento, forte ma è sereno e non mi dispiace sentirlo fischiare attraverso il casco chiuso. Piccola sosta con vista alla vecchia funivia e ripartiamo scendendo verso Fonte Cerreto, insieme. Ci salutiamo, ciascuno tornerà a casa, noi passeremo un'altra notte qui. Km: 182

VI GIORNO: 20 Luglio
Oggi ci porteranno in giro Dr Jackyl e Laura, vivendo all'Aquila conoscono bene la zona, per noi è un piacere avere due ciceroni  e  goderci paesaggio e strade senza dover cercare sulle cartine...

Partiamo da Fonte  Cerreto con i bagagli e ci dirigiamo verso Campo Imperatore, svoltiamo per una stradina laterale e ci dirigiamo a Santo Stefano di Sessano, Calascio con le bianche rovine del castello medioevale dove hanno girato il film Lady Hawk. Le strade sono in buone condizioni ma bisogna fare attenzione  perchè può capitare di trovarsi su una curva insabbiata...Non potendomi lamentare con Fugzu mi ritrovo a fare il mio primo sterrato per raggiungere il castello: per me una impresa, una grande sudata per una piccola soddisfazione. Ci aggiriamo per Castel Del Monte  per riuscire a strappare a un bar 4 panini poi ripartiamo, Villa Santa Lucia, Ofena, Capestrano, Navelli : giù davanti a noi si apre la valle dove coltivano lo Zafferano...Facciamo una deviazione per vedere la splendida Chiesetta del S. Pellegrino a Bominaco e per pura fortuna la troviamo aperta e possiamo vedere gli splendidi affreschi medioevali che la avvolgono completamente (solitamente è chiusa e bisogna telefonare a chi ha le chiavi per vistarla).

Poi le curve di Popoli, Raiano, Anversa degli Abruzzi: un'ultima sosta  per sgranchirci e ci dirigiamo verso Scanno. Sono le sette di sera, è ancora caldo, la strada si restringe ed è affollata perchè è domenica. Ecco le Gole del Sagittario, l'aria si rinfresca, passiamo il Lago di San Domenico col suo ponticello  e in breve siamo a Scanno, depositiamo i bagagli e concludiamo la serata  con una cena a quattro alla Trattoria a conduzione familiare "Mirella". Salutiamo i nostri compagni di viaggio promettendo loro le stesse attenzioni quando passeranno dalle nostre parti. Km: 190

ANDARE IN MOTO E' COME SCRIVERE:

DOPO UN PO' CIASCUNO TROVA LA PROPRIA CALLIGRAFIA.

VII GIORNO: 21 Luglio
Tante curve, caldo, la mia prima scala su acciottolato in discesa, in curva...
Scanno attraverso le Gole del Sagittario ritorniamo ad Anversa e Sulmona passando per Introdacqua, Pacentro, Passo S. Leonardo saliamo a 1282 m, poi verso Caramarico Terme nel Parco della Maiella, Campo di Giove, Cansano, il Bosco di S.Antonio e sosta pranzo a Pescocostanzo con due ottimi tranci di pizza al taglio. Paese stupendo, arroccato, di pietra, perfettamente rilastricato  con pietre in diverse tonalità. E' qui che Fugzu ha pronunciato la frase storica: " Seguimi, seguimi" ...e mi sono ritrovata  a sudare da pori che non credevo di avere...In compenso dopo aver fatto benzina più avanti ci siamo ritrovati, entrando da un'altra direzione, sempre nello stesso paese...e Fugzu la seconda volta non è riuscito a rifarmi  fare le scale...lui, candidamente, non si era accorto che era lo stesso paese e stava imboccando la stessa direzione sbagliata!
Roccaraso, Castel di Sangro, Affedena, Barrea col suo lago e un aereo che ci appare all'improvviso mentre vira a pochi metri dalle nostre teste. Risaliamo verso Aufidena, ridiscendiamo a Villetta Barrea entrando nel Parco Nazionale d'Abruzzo passiamo per Opi e Pescasseroli. Per rientrare a Scanno  decidiamo di fare una strada a nuova e veniamo premiati: paesaggi stupendi, incontaminati, montagne sassose, pascoli e boschi fitti, passiamo l'indicazione del Passo del Diavolo ma la nostra direzione è Castrovalva, Ortona dei Marsi, Cocullo, nuovamente Anversa, le Gole e Scanno. Giro serale a piedi per il paese, è davvero bello! Cena davvero buona con ottimo servizio alla trattoria Vecchio Mulino. Km: 280

VIII GIORNO: 22 Luglio
Scanno, Anversa, Sulmona, Popoli, Navelli, Paganica, prima di fonte Cerreto svoltiamo a sinistra e per la terza volta affrontiamo il Passo delle Capannelle mentre ruspe e operai stanno sgombrando la parte di strada franata nel tratto che era ufficialmente " chiuso".
Caldo, caldo, caldo. La moto ormai conosce il primo tratto di strada ma dopo Sulmona il caldo e il traffico sulla statale dritta  aumenta...Paesini arroccati o chiese abbandonate poi finalmente il Lago di Campotosto con i bordi sabbiosi e rossi, mucche e pecore in cerca di ombra che rubano un posto sui magri argini del lago. Si è ritirato di molti metri: alberi secchi e zone paludose sono tracce di quanto più esteso fosse in tempi migliori. Anche il paese di Campotosto sembra un paese fantasma, entriamo in un ristorante e ci dicono che non fanno neanche panini, sconsolati entriamo nell'altro, ci sediamo e sorprendentemente  ci accorgiamo che c'è una folla, si mangia bene e si spende davvero poco: é la Pensione Trattoria Barlotto. Ripartiamo ma il caldo è africano...senza capire come ci troviamo su una strada a scorrimento veloce, seguiamo le indicazioni per Norcia  e la cosa peggiora perchè oltre al traffico tipo autostrada aumenta la salita, i viadotti e le gallerie: l'ultima è infinita, dritta e freddissima. Pochi km e siamo in centro a Norcia. In piena zona pedonale, ma tanto non c'è nessuno...cerchiamo l'hotel scelto per un po' poi scopriamo che è il più "in" del posto (ristorante, camere, aria condizionata)...entro la mattina seguente, invece decretiamo che è quello in cui ci siamo trovati peggio, a parità di prezzo e servizio, di tutta la vacanza.
Norcia  è bella ordinata e pulita, piena di alimentari che vendono prodotti tipici e insaccati;  la sera è piacevole sedersi su una delle scalinate della piazza principale a guardare il passeggio. Km: 218

IX GIORNO: 23 Luglio
Con un po' di amaro in bocca per il pessimo trattamento in albergo partiamo in direzione della piana di Castelluccio, dopo qualche curva si apre davanti a noi un "piccolo Campo Imperatore",  più coltivato, puntinato all'infinito di covoni tondi, la strada si allunga, le pendici tutt'attorno sembrano di una sfumatura indefinita fra il verde, il blu e il rosso...si staccano dalla piana bruciata e gialla: sono gli ultimi campi fioriti di lenticchie. Scavalchiamo il piccolo paesino di Castelluccio, Visso, il Passo delle Fornaci (815  m) iniziamo a scendere e il fondo stradale peggiora, tremendo, fino a Camerino.
Matelica, Cerreto d'Esi e i paesaggi sembrano quelli familiari delle mie colline romagnole, Fabriano e nel caos delle rotatorie e dei lavori in corso ci ritroviamo sulla superstrada che va verso Perugia: pochi km di "follia stradale" con traffico, camion, gallerie pieni di cartoni volanti e usciamo a Castelli decisi a continuare verso Gubbio per una qualunque altra strada purchè meno trafficata.
Ci sembra di sognare, strada deserta, con ottimo asfalto, arriviamo a Sassoferrato attraverso il Parco del Montecucco, ci fermiamo per mangiare qualcosa poco prima di Scheggia a Ponte Calcare in un Bar Osteria Alimentari sulla strada e per caso scopriamo un posto speciale, davvero ottimo per una sosta veloce e per mangiare cose buone. Salutiamo la signora gentilissima e ci tuffiamo verso Scheggia  e finalmente...Gubbio, dove il buon Zivas ci aspetta da un po' per offrirci il caffè prima di riprendere a lavorare alle tre. Eccolo affacciato alla piazza: un saluto festoso e poi ci dice: " Seguitemi." e parte...Che apparizione, Zivas in maglietta  a cavallo della sua vespina rossa che sfreccia per i vicoli ciottolosi caldi e deserti  della città silenziosa  e sonnolenta...qualcosa a metà fra una apparizione e un cartone animato di Tex Havery!  Finalmente si ferma, parcheggiamo le tre moto: tre caffè qualche chiacchiera e poi è già ora di ripartire, lo lasciamo andare tanto per noi è facile ritrovare la strada...non  proprio...Gubbio e il suo centro di stradine, sconnesse, con saliscendi e scalinate in salita non ci voleva lasciare andare..ma alla fine ce la facciamo, nel caldo attraversiamo Umbertide, Città di Castello, il Lago di Montedoglio, San Sepolcro dove vediamo l'indicazione per la Verna...ma ci andremo domani... 
Eccoci a Pieve S.Stefano, i paesi successivi non sono che poche case poi ecco un cartello con scritto "strada chiusa", non ci facciamo più di tanto caso, tanto avevamo già controllato sulla cartina che la nostra strada era più che asfaltata...Continuiamo...
Il paesaggio lascia senza fiato, calanchi rugosi, e noi sulla strada parzialmente mangiata dalle erbacce, in alcuni punti franata o non più asfaltata. Ecco il cartello che segna il confine tra le province di Arezzo e Forlì, ancora un po' e sbuchiamo vicino a un'area di servizio dell'E45 prima del Monte Fumaiolo. Siamo a Verghereto, ancora qualche curva  di quella che un tempo forse era una strada di traffico e ci imbattiamo nel cartello che indica il Passo dei Mandrioli, proseguiamo e arriviamo a Bagno di Romagna: paesino vivo, pulito e pieno di gente. Hotel Pace: ottimo servizio, stanze e ristorante: motine in garage, siamo all'ultima notte. km: 310

X GIORNO: 24 Luglio
Per la prima volta durante tutta la vacanza ci svegliamo col cielo che minaccia pioggia, siamo increduli, ormai ci eravamo abituati...
Colazione, benzina e ci dirigiamo verso il Passo dei Mandrioli: asfalto ottimo, appena fatto, cadono le prime gocce...deglutiamo vuoi vedere che anche questa volta non riusciamo a fare un giro per il Casentino? Già siamo dovuti rientrare un paio di giorni prima per problemi di lavoro di Fugzu...ora anche la pioggia l'ultimo giorno....e invece solo 10 gocce...divise in tre spruzzate, poi torna il sole come sempre. 
Passo dei Mandrioli (1173 m), appena arrivati in cima l'asfalto nuovo finisce e torna quello di sempre...proseguiamo per Badia Prataglia, scendiamo verso Soci, Bibbiena, Poppi per risalire nei boschi verso La Verna, la sua Abazzia dentro la cittadella fortificata arrampicata sulle rocce nel bosco, il suo turismo religioso. 
Abbiamo un flash di ricordi quando ci imbattiamo , a un incrocio di Bibbiena, nel bar che al ritorno dal piovoso Raduno di Gubbio ci aveva dato riparo e ristoro nel nostro viaggio con Niki. Come sono diverse le strade col sole! 
Poppi e di nuovo su, verso l'Eremo di Camaldoli, le curve si trasformano in armonia d'asfalto che con un filo di gas, traiettoria dopo traiettoria ti fanno perdere in un bosco silenzioso, infinito di alti fusti finchè, dopo un tempo indefinito, arrivi su un piazzale (a 1104 m), parcheggi vicino a poche altre macchine e apprezzi a pieno la tua conquista. C'è solo una Cappela aperta ai passanti, all'interno le foto dell'eremo dell'interno e dell'esterno fatte di giorno, di notte, in inverno o per celebrazioni particolari...il resto è chiuso, il resto è silenzio.
Dall'Eremo decidiamo di fare il Passo Fangacci (1234 m) imboccando una strada con divieto di percorrenza pullman. Sempre bosco fitto, alti fusti e la luce che entra di taglio dall'alto...dopo l'ennesima curva armonica la strada diventa bianca, a fondo uniforme, ma di ghiaia e polvere...deglutisco e metto la seconda impostando una andatura costante, evitando di frenare  nonostante curve, salite, discese o eventuali ostacoli...sulla carta era segnata come strada normale ma ormai inizio ad intuire che molte sono le strade dimenticate, poi la colpa totale degli itinerari è mia! Fugzu è felice saltella  in qua e in la con Gispy, ogni tanto si ferma per aspettarmi, poi riparte vedendomi impegnata ma non preoccupata...Dopo 7 km ricompare l'asfalto senza un motivo particolare così come prima era sparito...Eccoci dopo poco a Badia Prataglia dentro un Alimentari sulla Piazza a comprare due bottigliette d'acqua e due panini al prosciutto con due coppie di motociclisti inglesi su BMW. Mentre prendiamo due caffè al bar del paese  chiediamo della strada che vorremmo prendere verso la Diga di Ridracoli per poi continuare verso il Passo della Calla: il mio intuito mi aveva ormai insegnato che le strade che non portano attraverso a paesini a altri centri...tendono a cancellarsi...Infatti! Ci dicono che la strada c'è ma che è chiusa da una sbarra. Naturalmente sulla carta in nostro possesso non era segnalato...L'unico modo sarebbe ritornare a Bagno di Romagna, S.Sofia...sarà per la prossima volta.
Gli sterrati, come ci insegnano Jor e Giampa, vengono asfaltati e le belle strade che non servono più, perchè non portano da nessuna parte e ci vanno non velocemente, vengono lasciate morire... 
Un po' a malincuore ci dirigiamo a Badia Prataglia, tornando sui nostri passi a Poppi, poi via verso il Passo della Consuma (1025 m), un'ultima sosta per l'ennesima bottiglietta d'acqua ...fa caldo...Pontassieve, il suo traffico lento, i suoi autovelox, tagliamo Firenze da dentro, ormai siamo alle prime visoni mistiche da bollore...stanno anche asfaltando...un paio di incidenti appena successi e siamo sulla Fiorentina in direzione Pistoia...L'ultima deviazione per le campagne causa lavori e interruzione sulla strada principale e siamo davanti al garage di casa, grondanti di sudore e increduli che tutto sia già finito...mettiamo Gipsy e Lilliput in al coperto, le scarichiamo. Nessuno dei due dice niente ...io spero solo che entro domenica possiamo riprendere le moto...io non me ne sono mica tolta la voglia, anzi ci sto prendendo gusto!  ...ma questa è un'altra storia (
Strade e mirtilli).... Km: 218

Tot km percorsi in 10 giorni: 2526

...naturalmente, molto spesso, godendoci l'attimo, non abbiamo scattato le foto...

                                                                                                Luvi


Qualche giorno dopo un altro gruppo di Netraiders ha percorso strade sterrate e non sul Gran Sasso: ecco il report con foto di Pablito.

Ecco anche il report di Johnny Lex, un amico che scrive sul Forum di MOTOTURISMO.

 

Strade e mirtilli


Ieri, nonostante ancora qualche segnale di fastidio provenisse dal fondo schiena, abbiamo inforcato le nostre due piccole moto e ci siamo diretti all'Abetone, prendendo la Modenese da Pistoia. La strada è molto trafficata e facciamo un po' di fatica, poi a San Marcello molti si fermano e proseguiamo liberi verso la montagna incontrando sciami di moto. Passare per la faggeta dell'Abetone alle 13 è un'esperienza unica: i raggi di sole l'attraversano creando un bellissimo quanto incantevole gioco di luci ed ombre.

Dopo una sosta pranzo alla Locanda dello Yeti, buon ristorante, abbiamo percorso a ritroso la strada, fino a Piano Senatico (il mio posto preferito! ;-)) e da li preso la piccola strada per il Melo. Una strada stretta che attraversa il bosco, scende in una piccola valle, sale di nuovo inerpicandosi per pascoli e scarpate.

Attraversiamo un minuscolo paese dove stride una moderna costruzione chiamata museo della montagna. Arriviamo al Melo e discendiamo per Cutigliano. Breve sosta per vedere il giardino di casa dopo averlo fatto un po' sistemare. Il caldo stava uccidendo tutto. Siamo corsi ai ripari mettondoci ad innaffiare. Un simpatico vicino di casa ci regala una scatola di plastica (di quelle per il mascarpone) piena di mirtilli che provvedo immediatamente a mettere nel bauletto posteriore con i due sacchetti delle tute da acqua.

Partiamo e discendiamo fino alla Lima, saliamo per San Marcello ma prendiamo la deviazione per Prunetta - Pescia, passando accanto al ponte sospeso. Ancora freschi boschi, anche se in molte zone si vedono i danni provocati dall'arsura: molte piante sono secche, il sottobosco è polveroso. Quando pioverà ci saranno grossi rischi di smottamenti ed onde di fango.

Prendiamo una deviazione per Case di Monte e scendiamo fino ad un piccolo paese. Proseguendo Luvi mi fa notare che c'è un divieto di transito. "Macchè", dico io "seguimi".

Quel "seguimi" ha voluto dire circa sette chilometri di strada bianca, con dossi di scolo alti ed invitanti. Dopo un primo momento di panico Luvi ingrana la terza e va! Io mi diverto come un pazzo ad alternare tratti veloci (con qualche salto) a tratti lenti in attesa di Luvi che col suo passo ormai non si ferma più.

Arriviamo infine a Case di Monte dove ci fermiamo per bere qualcosa di fresco. Luvi mi chiede dove siamo ed io apro il bauletto per vedere sulla cartina. Strane macchie viola costellano la sacca delle tute anti pioggia. Le mie chiavi di casa sono viola? Ops! I mirtilli! Non hanno resistito allo sterrato e sono tutti corsi fuori a vedere cosa stava accadendo.

Purtroppo è stata una strage. 2.865 mirtilli hanno perso la vita rovesciando le loro povere viscere dentro il bauletto. Ho dato la libertà ad i pochi superstiti ed abbiamo lavato, sotto un getto d'acqua provvidenzialmente disponibile, il tutto, tornando verso casa ad orecchie abbassate.

Da lì siamo arrivati a Calamecca (curioso questo nome, vero?), Femminamorta, Casore di Monte, e giù fino allo zoo di Pistoia, sempre ber bei boschi ed asfalto eccellente. Arrivati a casa abbiamo tirato le somme: 120 km di freschi boschi.

Fugzu