Ferrara e Delta del Po

Pasqua 2004: 10, 11, 12 Aprile

le prime foto...

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A volte non serve andare tanto lontano per godere di paesaggi unici.

Era da un po’ di tempo che mi adoperavo per poter ritornare nelle zone in cui facemmo il nostro primo “giro lungo” con la transalp appena nata…nella Pasqua 2001. Le previsioni meteo erano contro di noi, Ferrara e il Delta del Po ci aspettavano…le nostre due moto erano pronte.

Sveglia puntata alle 8 ma Fugzu è sveglio prima… non sente rumore di macchine che corrono sulla pioggia.. è già un buon segno, ci alziamo subito e buttiamo un cambio completo, il pigiama, il beauty case e le tute da acqua  nei nostri due bauletti, un paio di cartine e dopo esserci accuratamente vestiti a strati…. Siamo pronti! Decidiamo di non portare gli occhiali da sole, per scaramanzia.

Sottotuta, pile, tuta in pelle, sottocasco e sottoguanti, guanti invernali, Alan con tutti i cavi relativi..”prova-Prova”…funziona… facciamo benzina, azzero il contachilometri e via…per strade statali… è nuvoloso, non c’è molto traffico..INIZIA L’AVVENTURA.

Pistoia, Prato, Calenzano, Croci di Calenzano, Barberino, costeggiamo la Diga del Bilancino, il cielo si apre… la distesa d’acqua riflette le colline e i paesaggi attorno come attraverso una bolla perlacea…è stupendo! Andiamo piano, piano piano,rispettiamo tutti i limiti tanto ormai sappiamo che tutto il tratto fino a Faenza e pieno di “macchinette”…

Borgo S. Lorenzo e l’asfalto inizia a piegarsi e salire, ritmicamente, liscio, il cuore come l’aria diventa sempre più limpido…ogni tanto mi scopro a canticchiare, a non pensare a niente, a guardare tutto come ..unico…

Passiamo il forno dal pane cotto a legna (tappa solitamente d’obbligo ad ogni passaggio)..ma questa volta ci aspetta il caffè sul Passo della Colla.  Due chiacchiere col proprietario, un buon caffè, altre due chiacchiere con un bmwista solitario arrivato da Ravenna e …via…aria fredda, cielo limpido, curve, rettilinei, ci avvicendiamo…scrivere di questo attraversamento appenninico non è possibile …bisogna andare e provare, vedere e sentirlo…poco traffico, asfalto ottimo ma non è una strada per corsaioli…

…e siamo al semaforo di Faenza, quello che taglia la Via Emilia, giriamo a sinistra verso Imola, poco dopo svoltiamo a destra verso Lugo.

Lugo, Fusignano, Alfonsine, S.Alberto…arriviamo alla chiatta ma per questa volta non è in programma, ritorniamo sui nostri passi e passiamo il  piccolo gruppo di case di Anita.

Le strade sono dritte, ogni paesino è diverso, raggruppamenti di case, coloniche, ordinate o abbandonate…un misto di profumi ci avvolge, quelli della pianura, che risvegliano i miei ricordi di bambina e quelli scappati dalle cucine dove si stanno preparando le golosità pasquali..agnello arrosto, castrato e anguilla alla griglia … veniamo sorpassati da due moto che viaggiano, gemelle, in perfetta armonia, Polizia Municipale, moto bianche e blu…due transalp.. sono fra le poche moto incontrate sabato.

A S. Biagio ci fermiamo , ormai sono le 13.30 passate, mi fanno male le mani, non capisco… a un bar pieno di omini che chiacchierano concitati in lingua locale e escono a salutarci  e a darci consigli su come parcheggiare le moto…chiediamo se, nonostante il giorno di festa e l’ora .. sia possibile mangiare qualcosa di caldo…

Ecco subito il cuoco che apre la cucina per noi, il Ristorante era chiuso, ma ci dice…” quello che volete” con un bel sorriso…in 10 minuti siamo a tavola e ci stiamo scaldando con due piatti di tagliatelle fatte in casa, al sugo (io) e al ragù (Fugzu)…porzioni da gigante affamato! Acqua e caffè e il conto…in tutto 10 euro. Il posto è da segnalare, cortesia, ottima cucina, prezzi…e hanno anche stanze! Bar Trattoria MINSK, specialità a menù fisso 12 euro un giorno fiorentina, un altro piatti russi..un altro..non ricordo… ( Via Amendola 61/a, tel 0532 316000)

Ci rimettiamo in marcia, io ho scoperto che erano gli anelli  a darmi fastidio, le mani ora stanno recuperando piano piano..

Argenta, Portomaggiore, poi seguendo l’itinerario 16 della guida per moto del Touring avremmo dovuto passare per stradine da Sandolo, Gambulaga, Runco e Voghiera invece prendiamo una specie di superstrada che ci porta dritti a Ferrara.

Trovare il nostro Albergo Annunziata è facile, è in pieno centro: parcheggiamo Lilliput e Gipsy a lato della Rocca, scarichiamo i bagagli e prima di salire in camera mettiamo il permesso si sosta centro storico. Bloccadisco.

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km: 255

Prima di cena un giro a piedi per il centro di Ferrara, che già conosciamo ma che merita sempre, un aperitivo da “viziosi” seduti al bar di fronte al Duomo, spiando il passeggio e cena, prenotando con non poca fatica (causa festività molti locali erano chiusi o al completo)  all’Osteria del Ghetto: in centro, ottimo cibo e servizio, prezzo medio, vasta scelta di vini, cibo ferrarese.

Ci addormentiamo senza sperare di essere risparmiati dall’acqua il giorno successivo.

  *

Ci svegliamo alle otto col rumore del carrello che porta i giornali alle camere.. chi ha detto che i motociclisti devono sempre trattarsi male?! Scosto la tenda e … sorpresa… il cielo è limpido, terso, di un azzurro quasi finto!

Vestiti da moto scendiamo per la colazione… è il paese dei balocchi, ogni tipo di ben di Dio, dal dolce al salato, alla frutta…Ci buttiamo sul salato e la frutta con un buon espresso, prendiamo solo un bauletto con macchina fotografica, tute da acqua e cartine e…via!

Seguiremo la parte alta dell’itinerario che ho citato prima  allungandolo ulteriormente verso nord…la parte sud, di Comacchio, Pomposa e Ravenna già la conosciamo dal giro del 2001.

Ferrara, Voghiera, Gambulaga, Migliarino, Massa Fiscaglia, Codigoro,(numerosi sono i ruderi industriali Eridania e le idrovore) è strano viaggiare tra argini e avere l’acqua a livelli diversi  a seconda del lato che guardi…. 

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Mezzogoro, Ariano Ferrarese e… per sbaglio anche Ariano nel Polesine, torniamo sui nostri passi a ariano Ferrarese, Massenzatica, Mesola, Bosco Mesola (del bosco citato in tante guide ne costeggiamo poco passando), Goro, (subito fuori dal paese sosta “succo di frutta”  e chiacchiere con un cordiale gestore di un bar) prima di arrivare a Gorino, giriamo a sinistra e attraversiamo il nostro primo ponte di barche. L’uomo, solo, che riscuote  i pedaggi ci fa uno sconto e ci augura Buona Pasqua insistendo per stringerci la mano. S.Giulia.

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Fate attenzione  perché da ora in poi molte strade costeggiano canali e non permettono di attraversarli, molte carte non sono abbastanza dettagliate e anche se lo sono non è detto che riusciate ad orizzontarvi dato che le indicazioni sono molto relative…

Tutto sommato questo non è importante perchè il bello di questi posti è proprio … perdersi e ritrovarsi.

Costeggiando un argine alla nostra destra intravediamo la Bocca del Po di Goro e il Faro del Bacucco…sembra quasi Francia atlantica… 

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...distese d’acqua limpida, barchette, palafitte, bastoni che emergono, volatili di ogni tipo.. una lepre che corre a lunghe falcate, un piccolo rapace che volteggia e si posa sul tetto di un rudere….qualche camper, poche macchine, nessuna moto…

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…noi, noi con le nostre due moto, che borbottano piano, sulla lingua  dritta d’asfalto, che ogni tanto fa una piega ad angolo retto o procede dritta dritta… ci riempiamo gli occhi di immagini e il naso di odori salmastri. 

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Non troviamo una indicazione e siamo a Oca… torniamo indietro e vicino al primo ponte di barche troviamo il secondo, questa volta è gratis, ci salutano.

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Il nuovo argine  si affaccia sulla Sacca degli Scardovari, ci ritroviamo ad alternarci con una coppia su un’altra moto, anche loro rapiti da questo strano mondo, fuori tempo e dimensione…qui, è naturale che alla fine ci ritroviamo tutti e 4 con le tre moto a parlare come vecchi amici  di viaggio, di moto, di strade e dopo mezz’ora ci salutiamo senza neanche esserci presentati ma felice del momento condiviso…

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Proseguiamo, Monelli, Ca’ Dolfini, Ca’ Tiepolo, Porto Tolle…ormai sono quasi le tre… e un bar quasi da Far West, con quella fauna locale che può essere abbandonata a quell’ora del giorno di Pasqua in un locale pubblico..in mezzo al niente…fa da contorno a un paio di tramezzini acqua, caffè e gelato.

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Da Porto Tolle non riusciamo ad infilare la strada giusta e ci ritroviamo su un argine  fino a Contarina, Bottrighe ad Adria capiamo che davvero abbiamo sbagliato direzione e testardamente cerchiamo di riinfilare il giro dal verso opposto. Loreo, Rosolina,Porto Viro,  Porto Levante. Il traffico è aumentato ma eccoci di nuovo sul giusto itinerario.

Porto Levante, Scanarello, stradina stretta accarezzata da una folta vegetazione, verde spettinata dal mare, lingue di sabbia riparate da un alto argine alla nostra sinistra, Barchessa Ravagnan, Ca’ Pisani, Contarina, Tglio di Po, Mesola…

Siamo quasi al tramonto, il sole ci colpisce costringendoci a tenere gli occhi a fessura da quando svoltiamo dalla Romea trafficata e col pessimo asfalto verso Mezzogoro, Jolanda di Savoia, Copparo…Ferrara.

Stanchi ma felici delle nuove conquiste, parcheggiamo le due moto nello stesso spazio del giorno prima.

km: 365

Cena prenotata la mattina all’Antica Trattoria di Volano, zona mura. Cucina Ferrarese. Giudizio medio, dal 2001 il servizio è un po’ scaduto. Dolce e chiacchiere improvvisate,prima della BuonaNotte, con Frenze, amico Netraiders di Ferrara

  *

Ci Svegliamo  un po’ “masticati”…un occhio al di là della tenda rossa della nostra finestra ci fa subito capire che sarà difficile che anche oggi non sia ..bagnato, vestiti, colazione, bagagli, conto e carichiamo le moto…salutiamo Ferrara ancora addormentata  e ci dirigiamo verso casa di Lupo Solitario, Netraiders con casa a Baricella..forse ci saranno altri Net ad attenderci ma ormai per noi il viaggio ha solo sapore di ormai consumato… e vogliamo rientrare… un saluto e un caffè, e poi ripartiremo scusandoci e ringraziando dell’offerta di ospitalità e pasto.

Pochi chilometri fuori Ferrara veniamo colti da riso simultaneo trovando a un incrocio la sola indicazione “Pistoia 135”…come è possibile?

L’arcano è presto svelato.. ci stiamo per immettere sulla Porrettana…Moltalbano, Malabergo, Altedo, Varicella. Ci fermiamo, ancora non piove…ma già Macello Castello a Castel S. Pietro e Gioweb a Ravenna  sono al bagnato…

Caffè e una bella moto d’epoca da ammirare e ripartiamo, qualche chilometro dopo Minerbio e le prime gocce rifanno fermare, mettiamo le tute da acqua  e ripartiamo..io inizio a fare ginnastica mentale…. Cerco di rilassarmi ripetendomi a mo’ di cantilena: “ tanto vedi che per quanto piove l’asfalto non è ancora bagnato?!”…procediamo verso il nero, verso Bologna, verso le Colline che ci separano da casa…

Alle porte di Bologna piovepiove, a Casalecchio prendiamo la circonvallazione e ci incamminiamo sulla Porrettana…

Piove piove, asfalto lucido, nessuna moto, io sono all’asciutto, non ho freddo… canticchio una canzone senza senso e guardo solo pochi metri avanti a me e alla ruota di Lilliput… e penso.. me la sono cercata.. eccola… acqua acqua…affronto un metro alla volta, una pozzanghera, una curva e dentro di me chiedo alla mia motina di portarmi a casa anche questa volta…

La strada è larga, asfalto pessimo, incontriamo poche moto che ci salutano festose consce dell’avventura comune…le macchine incuranti delle nostre difficoltà ci sfiorano e alzano muri d’acqua…solo poche si comportano cavallerescamente.

Vergato, Porretta, ci fermiamo un attimo prima dell’ultimo traforo, in cima… e mi accorgo che sta praticamente snevischiando e, grazie a una macchina che ci supera mentre siamo fermi, alzando un’onda d’acqua, che stiamo letteralmente nuotando…ci siamo quasi, in basso si vede Pistoia, luminosa, là c’è il sole… ce ne accorgiamo appena ci immettiamo negli ultimi chilometri di superstrada… è asciutta…a Pistoia non è neanche piovuto!

Come è liscia, silenziosa e deserta la strada. Sono le 13.30.

Mi rendo così conto della bufera che ho affrontato e vinto e sorrido da sola, come una stupida, felice.

 

km: 155 
(totale percorsi circa km 770)

                                                                                                                      Luvi

 

Carta 1.200.000 Touring: 
zona del Delta del Po

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15 Aprile 2004